La nostra piccola realtà associativa è collegata al resto del mondo e come esso ha le sue diversità, differenze e punti di miglioramento;

Nel mese di dicembre abbiamo stilato il nostro primo questionario interno sulla differenza di genere.

La differenza di genere influisce sul modo di fare volontariato e vorremmo conoscere senza pregiudizi cosa pensano i nostri volontari, di seguito i nostri risultati

 

ANALISI RISULTATO QUESTIONARIO

 Risposte totali 30, di cui 19 donne e 11 uomini.

  • Età

Le donne sono 10 tra i 18 e i 30 anni, 5 tra i 31 e i 45 anni, 3 di età tra i 45 e i 60 anni e 1 ultra sessantenne.

Gli uomini sono 4 dai 31 ai 45, 6 dai 45 ai 60 e 1 ultrasessantenne.

 Grafico

  • Scolarizzazione

Le volontarie che hanno risposto sono tutte scolarizzate in misura medio- alta: tra le giovani (18/30) sei diplomi e quattro lauree; tra la media età (31/45) quattro lauree e un diploma; tre diplomi anche sopra i 45 anni e un titolo post laurea dai 45 ai 60.

I volontari sono quasi tutti mediamente scolarizzati (diploma o laurea) e solo tre hanno un titolo inferiore alla media inferiore.

 GRAFICO

  • Ruolo in Associazione

I ruoli in associazione per le donne sono molto vari: due dirigenti, sei capo equipaggio, quattro soccorritori, quattro autisti di GM, due impegnate nel gruppo social e una nella formazione bimbi. Tutte si occupano di settori che richiedono formazione o particolari abilità: le due dirigenti hanno un post laurea e un diploma; vi sono quattro membri che gestiscono le relazioni esterne ed il web che sono laureate; chi è istruttore o formatore è diplomata e vi è un membro di commissione disciplinare sempre diplomata.

I ruoli in associazione per gli uomini attivi sono: per di più autisti o capo equipaggio o entrambi. Inoltre tre sono formatori mentre gli altri fanno solo turni.

 Grafico

  • Tempo dedicato

Le ore dedicate dalle donne: in dieci tra le 8 e le 16 ore; in quattro tra le 17 e le 36 mentre le altre cinque meno di 8 (più del 50 per cento va oltre il minimo delle regole). Tutte, tranne una, vorrebbero dare più ore ma sono oberate da lavoro e famiglia e impegni, mentre una ha seri motivi di salute.

Le ore dedicate dagli uomini: in tre tra le 8 e le 16 ore ; in cinque tra le 17 e le 36 mentre gli altri tre meno di 8 (il 60 per cento va oltre il minimo delle regole). Tutti, tranne due, vorrebbero dare più ore ma sono oberati da lavoro e famiglia e impegni o invece c'è qualcuno che si è dato un tetto.

  • Lavoro

Le donne in 5 sono disoccupate o studenti, 11 hanno una occupazione full time, 2 sono libere professioniste e 1 è invalida civile. Mentre gli uomini in 4 sono liberi prof, 1 è pensionato e gli altri 6 sono tutti occupati full time.

Tre donne (due laureate e una diplomata) si dicono disposte a rinunciare alla carriera per dedicare più ore al volontariato, al resto delle intervistate, invece, la carriera interessa molto. Tre uomini rinuncerebbero alla carriera per dare più ore di volontariato.

  • Famiglia

11 donne su 19 hanno figli e famiglia. Le famiglie di dieci di loro sono indifferenti rispetto all'attività di volontariato prestata, segno che la donna è abituata ad avere una percezione di normalità rispetto della propria attività di volontariato.

4 uomini su 11 hanno figli e famiglia. Le famiglie di due di loro sono orgogliose per l'attività che l'uomo fa.

  • Motivo della scelta

Le maggior parte delle donne hanno scelto questo tipo di volontariato per passione, due per dovere civile, una per imparare da professionisti (quindi prende sul serio l'attività sanitaria sul campo e ha intenzione di apprenderla in maniera professionale), mentre una sente di essere più utile nei confronti di chi ha bisogno, rispetto ad altre forme di volontariato.

Anche la maggior parte degli uomini ha scelto questo tipo di volontariato per passione, due per lutto personale, uno per gratifica sociale ed uno si sente in prima linea.

  • Caratteristiche necessarie

Per quanto riguarda le caratteristiche utili a svolgere questo tipo di volontariato la maggioranza hanno risposto entrambe (sia caratteristiche fisiche che personali).  Nessuno ha risposto solo caratteristiche fisiche mentre quattro donne e due uomini hanno detto che le caratteristiche personali sono predominanti

  • Caratteristiche che ti permettono di dare qualcosa in più durante i turni

Per le donne vince l'empatia, ma vengono citate anche la disponibilità, la fermezza, un buon carattere, il feeling con il personale dipendente, la pazienza, il fatto di non risparmiarsi mai e l'attenzione al paziente. Nessuna ha citato la formazione, a differenza degli uomini.

Per gli uomini vince sempre l'empatia, ma anche la disponibilità, il sorriso, la formazione e l’esperienza.

  • Differenze uomo/donna in servizio

Per il 75% delle donne NON ci sono differenze di trattamento sul servizio. Solo tre di loro le hanno percepite ma da persone esterne all’associazione (pazienti extracomunitari per esempio, ma per motivi culturali). Due sostengono che gli uomini dell'associazione sono addirittura galanti e si offrono di sollevare pesi al loro posto (può essere vista come discriminazione, in quanto la donna è considerata come più debole dal punto di vista fisico a prescindere dalla donna e dalla situazione? Oppure è un semplice gesto di galanteria?). Due di loro pensano di essere più tranquille se vi sia almeno un uomo in equipaggio, tuttavia una di loro pensa che con le attrezzature odierne non ci dovrebbe essere alcuna disparità e né alcunché da temere per la sicurezza delle donne in equipaggio. Vi è comunque, una di esse, che sostiene che le donne in associazione siano molto più toste dell'uomo. Vi è una forte percezione della presenza femminile e consapevolezza che le donne non solo non siano discriminate, ma che possano dare, con la loro presenza e il loro carattere, un valore aggiunto al servizio e al ruolo dell'associazione stessa in società.

Per il 60% degli uomini NON ci sono differenze di trattamento sul servizio. Anche per tre degli uomini sono percepite da persone esterne (pazienti extracomunitari) e solo in due pensano alla sicurezza in servizio e alle caratteristiche fisiche per cui sostengono che sia meglio che ci sia almeno un uomo per turno.

  • Differenze uomo/donna in sede

Per il 50% delle donne e per tutti gli uomini non ce ne sono. Le differenze vengono percepite nello svolgimento del ruolo e non nel ruolo in sé, che è accessibile a tutti in associazione: nulla è percepito come non fattibile o irraggiungibile da una donna, a partire dalla dirigenza e per finire al ruolo di autista. Qualcuna percepisce turni di soli uomini come normalità, quelli di sole donne impraticabili o rari (per questioni fisiche).

I rapporti interni sono definiti buoni, ottimi, familiari, privi di discriminazione. C'è chi vede non tanto dei comportamenti sessisti, ma delle discriminazioni di gruppo (per esempio tra chi fa 118 e chi fa GM); discriminazioni verso chi fa altre attività e non i turni oppure per caratteristiche fisiche o caratteriali. Una donna sostiene che ci sia molto sessismo nelle "osservazioni/insulti" e che ci siano stereotipi e ignoranza sul mondo gay (che portano a battute di cattivo gusto). Mentre due donne hanno notato che si tende ancora a ritenere le donne autista meno competenti rispetto agli autisti uomini e per questo vengono fatte battute sulle donne autista. A volte queste però non sono percepite come discriminatorie (siamo forse abituati e non le vediamo più come offensive?).

REDAZIONE QUESTIONARIO: DICEMBRE 2020

GRUPPO PARI OPPORTUNITA’

ANALISI DEL QUESTIONARIO: GENNAIO 2021

PUBBLICAZIONE DATI: FEBBRAIO 2021