La Corte Suprema Americana ha abolito la storica sentenza Roe v.Wade con cui nel 1973 la stessa Corte aveva legalizzato l’aborto negli Usa, dando ad ogni singolo stato la possibilità di scegliere se praticare l’aborto oppure no. Questa decisione è una grave perdita morale e sociale. D’ora in poi le donne americane si troveranno negate il diritto di scegliere cosa fare del proprio corpo, anche in caso di stupro, stealthing (una pratica che consiste nel togliere o rompere il preservativo durante un rapporto sessuale) o di malattia congenita del bambino.

La scelta di portare avanti o no una gravidanza è una scelta che deve essere solo della donna e qualunque sia il motivo per cui voglia scegliere l’aborto (di salute, economico, sociale, ecc) deve avere l’opportunità di farlo in modo sicuro, per non mettere a rischio la propria vita.

Perché di questo si parla…  questa sentenza porterà sempre più donne a sottoporsi a interventi illegali e clandestini per abortire (con tutte le conseguenze del caso); porterà le donne che hanno avuto un aborto spontaneo a non chiedere aiuto per paura di essere accusate di omicidio (con il rischio di morte per emorragia o comunque gravi conseguenze psichiche).

E in Italia? Il diritto all’aborto è normato, quindi sicuramente sarà più difficile eliminarlo ma anche nel nostro Paese è necessario lottare per poterne godere. Con aziende ospedaliere dove il 90% dei medici sono obiettori di coscienza a volte è necessario cambiare regione per potere abortire, e questo comunque comporta sforzi economici che magari non tutte possono sostenere.

Anche il diritto all’aborto resta un diritto, come tutti quelli delle donne, per cui bisogna continuare a lottare.